domenica 18 agosto 2013

Restituire alla storia


Togliamo tutta quella che è la storia personale di ciascuno di noi, in relazione ai propri genitori. Le cose positive oppure negative. I ricordi, le aspettative, il presente che digerisce tutto. Provo ad immaginare i miei genitori senza di me. Il loro conoscersi. Il loro primo appuntamento. Il loro viaggio di nozze. I discorsi che hanno fatto a cena, dopo una giornata di lavoro. La scelta di un nuovo mobile. I loro commenti sui loro rispettivi genitori, le giornate di pioggia, una gita fuori porta un fine settimana. Cerco di restituirli alla loro storia, ripuliti da tutti i miei giudizi e pensieri, senza di me, prima di me. E questo pensiero mi fa provare una sensazione di, un poco sgomenta, vastità. Togliere all’io il suo protagonismo esagerato, il suo pretendere di essere al centro di una storia, e restituire a chi mi circonda (a partire dai più prossimi, fino ad esercitare questo pensiero addirittura con gli sconosciuti) un proprio posto di primo piano, quello delle loro vite, che pur coesistono accanto alla mia, ed esistono a prescindere dalla mia. Con questo pensiero, il giudizio e il pregiudizio non attecchiscono. L’altro non è più funzionale rispetto ai miei pensieri, ma con una sua dignità ed indipendenza. Ammiro il grande universo delle identità verso il loro destino.



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